"Un noir mica da ridere" attesta un articolo letto sulle pagine di stampa locale di un noto quotidiano. Condivido. Per una come me, amante della montagna, è un buon libro dove la storia gialla ambientata in un piccolo paese di montagna nelle Valli Monregalesi s'intreccia con le descrizioni, a mio avviso encomiabili, del paesaggio spesso ovattato dalla neve. Traspare poi il risvolto socio-psicologico: la montagna come luogo deputato alla solitudine, all'abbandono delle borgate e, di riflesso, la tenacia dei suoi abitanti a conservarne le caratteristiche che la elevano ad isola felice per una qualità della vita migliore rispetto a quella delle metropoli attraverso la penna di Vallepiano, profondo conoscitore della montagna perchè suo studioso nonchè abitante. Non ultima l'importanza delle relazioni umane che fanno da filo conduttore viaggiando parallele alla storia, al noir vero e proprio fatto di indagini intricate e suspence. L'amicizia che nasce improvvisa nel rispetto e nella stima tra il protagonista Mauro Bignami e Mino Bertinot capitano dei carabinieri, lo stretto rapporto di Mauro con Paolo e la sua famiglia ed ancora la storia d'amore che nasce e cresce con Ceci mai mielosa bensì descritta in toni realistici. Spicca infine la fluidità della scrittura che per me deve essere sempre alla base di un testo ma che purtroppo non sempre leggendo libri s'incontra. Bruno Vallepiano è al suo primo noir dopo diverse pubblicazioni di guide del territorio e saggi storici: lo invito a continuare anche nel filone narrativo.

Giovanna Bottarelli -IBS - 14 febbraio 2009